A parte riposare e crescere accade molto di più mentre un neonato o un bambino dorme: egli impara. Le impressioni che raccoglie durante la giornata vengono conservate nel suo corpo durante la notte. Così la mattina seguente, egli può fare automaticamente qualcosa in più del giorno prima. Il pediatra antroposofico Edmond Schoorel descrive l’importanza del sonno per il bambino.

Quando vedo un neonato con le sue mani accanto alla testa in un sonno profondo, in genere sento un timore reverenziale. Questo bambino è l’immagine radiosa della buona salute.

Se vedo un bambino di uno o due anni che ha un incubo, sudato, che chiama, che non vede nulla ed è ansioso, devo stare attento a non sentirmi male anche io. Non è più così evidente che il bambino stia mostrando la stessa immagine di buona salute.

Ci sono molti aspetti diversi nel sonno. Il sonno di un neonato è diverso da quello di un bambino di uno o due anni o di un bambino in età scolare. Dormire dopo una passeggiata nel bosco è diverso da dormire dopo aver visto un film entusiasmante.

Come si sviluppa il sonno e a cosa serve?

Un bambino in età scolare generalmente dorme per circa undici ore, un bambino di uno o due anni per dodici ore e un neonato per circa sedici ore al giorno.
Questo ha una logica, dato che il neonato deve crescere, egli non è in grado percepire molto e non riesce ad elaborare le informazioni nella sua mente. Ma c’è qualcosa di più.

Il processo del sonno del bambino è ritmico. Quando un bambino viene al mondo non è ancora capace di dormire. Per quanto possa sembrare strano, egli deve ancora imparare come si fa.

Entrando nel ritmo del sonno il neonato diventa un cittadino del mondo, una persona tra le persone. Questo naturalmente si realizza anche attraverso altre cose come il cibo, il calore, il freddo, i rumori, etc.
Ma è il passaggio tra lo stato di sonno e lo stato di veglia che gli insegna gradualmente ad acquisire il ritmo delle 24-ore. Il primissimo ritmo si sviluppa dopo sei o otto settimane. Sebbene non sia ancora un ritmo da 24-ore, è comunque un ritmo, che si estende per un periodo di oltre 25-ore.

Così le ore del sonno del neonato vengono spostate, un neonato si sveglia prima alle cinque, il giorno successivo alle sei e quello dopo alle sette. Lentamente ma immancabilmente, le ore del sonno si spostano e quando il bambino ha circa tre mesi inizierà ad avvicinarsi al ritmo delle 24-ore.

Nel loro primo anno di vita i neonati fanno un pisolino al mattino, al pomeriggio e anche alla notte mentre nel secondo anno di vita non dormono più la mattina.

In questi primi due anni, non è molto importante che sia buio nel luogo dove dormono. Il bambino dormirà comunque. Ma arriverà presto il momento in cui farà una enorme differenza che le tende siano tirate o meno. Questo significa che il sonno è determinato anche dalla luce, dal sole. Per esempio l’inizio dell’estate può disturbare moltissimo il ritmo. Un bambino può adattarsi alla terra in quanto influenzata dal sole per quanto riguarda il ritmo sonno-veglia.

Per le persone che vivono in un sottomarino o altro ambiente buio, il ritmo delle 24-ore scompare rapidamente, e il loro organismo ritorna al ‘vecchio’ ritmo delle 25-ore.

Il sonno Rem: neonati e bambini

Un fattore del sonno più importante del numero delle ore è l’andamento ritmico del periodo di sonno.
Lo stato del sonno è suddiviso in diverse fasi, esattamente come lo stato di veglia. La profondità del sonno è espressa in quattro fasi secondo le registrazioni encefalografiche.

La fase più importante è probabilmente quella conosciuta come fase REM. Una persona, come bambini e neonati, attraversa questa fase diverse volte durante la notte. Essa è collegata all’attività onirica, ogni tipo di funzione organica è estremamente attiva e gli occhi compiono dei movimenti rapidissimi (Rapid Eye Movement, da cui il nome di questa fase).

Le fasi REM sono essenziali e svolgono un ruolo fondamentale nella elaborazione di informazioni e nei processi di apprendimento. La persona che dorme è completamente ignara di tutto questo, è come se fosse incosciente, per così dire.

I neonati trascorrono la metà del sonno, cioè circa un terzo della giornata, nella fase di sonno REM. Quindi in questa fase non stanno solo crescendo ma stanno anche imparando. A tre anni, la quantità di sonno REM si riduce a circa il 25% e quando il bambino raggiunge l’età scolare è di circa il 20%.

Dopo la preparazione fornita nelle altre fasi del sonno, le esperienze della giornata vengono integrate nei processi organici che si svolgono durante il sonno REM. Esse diventano reali, per così dire, in altre parole esse entrano nella memoria, e questo è quello che di fatto accade: c’è un contatto diretto tra il sonno REM e la memoria.

Sonno e crescita

Sonno dei Neonati: i consigli

Durante il sonno, il corpo riposa dalle attività stancanti della giornata. Tutto ciò che viene interrotto durante il giorno viene ripreso durante la notte. Quindi quando il bambino si sveglia al mattino è la stessa persona della giorno prima?

Nient’affatto! Salvo imprevisti, i processi biologici del sonno hanno fatto sì che tutte le impressioni ricevute durante la giornata hanno anche cambiato l’organismo durante la notte, quella che si sveglia al mattino è una persona diversa da quella che è andata a letto la sera prima. Naturalmente stiamo parlando di cambiamenti molto piccoli, ma essi tuttavia vengono percepiti dai bambini fin da quando sono neonati.

Le cose che contribuiscono a questi cambiamenti nel corpo, nella memoria e nelle facoltà del bambino dipendono dall’età e dalle impressioni alle quali egli è stato esposto.

Un neonato sperimenta molto sebbene per lo più in modo inconscio. Ma anche queste esperienze inconsce sono estremamente importanti. Di notte esse influiscono sui processi di apprendimento dell’organismo che sono anch’essi inconsci.

Un bambino in età scolare o un adolescente si sviluppano come esseri umani in modo di gran lunga più consapevole. Nelle fasi di elaborazione del sonno durante la notte, essi assorbono le esperienze vissute durante la giornata nelle interazioni con gli altri.

Quindi le loro esperienze influenzano i processi psicologici di apprendimento. Esse contribuiscono alla formazione della percezione, di opinioni e di stati d’animo del bambino. Durante il giorno, l’adulto è fin troppo consapevole di quanto accade nella vita mentre di notte riesce a percepire le cose più a fondo. L’adulto può “dormirci sopra” riguardo ad un problema e svegliarsi la mattina con la soluzione.